E’giusto ricordare

E’giusto ricordare

E’ giusto commemorare

E’ giusto che ci siano delle date da celebrare

La cosa importante è che tutto non si limiti ad un giorno, a quel giorno

“Per essere credibili in questo paese bisogna essere ammazzati”.

Lo disse Giovanni Falcone in tv, rispondendo all’ingenua domanda di una ragazza. Si rinnova ogni anno, il 23 maggio, il ricordo di Falcone, in un paese che ama i morti (facili da amare) e che vessa i vivi, come ha fatto con Falcone, che in vita fu isolato, infangato, diffamato, motteggiato, invidiato.

Passano gli anni, ma io ricordo esattamente dove ero quando la TV, in quel caldissimo pomeriggio di maggio, ha cominciato a dare la notizia dell’attentato. Sembrava in quei momenti che tutto fosse finito, che la mafia avesse vinto, ma il suo esempio, il suo sacrificio, deve continuare a vivere. Glielo dobbiamo anche se le spire di quel serpente rischiano sempre di stritolarci non più con le bombe, ma con altri e più subdoli sistemi.

Lo aveva già capito Falcone dopo il fallito attentato dell’Addaura…

Falcone giunse alla conclusione che dietro Cosa nostra si muoveva la presenza di ‘menti raffinatissime’ che guidavano la mafia dall’esterno.

Lui capì che non era soltanto farina del sacco della mafia.

I siciliani mafiosi? No i siciliani sono quelli che hanno pagato il prezzo più alto, quelli che hanno pagato con la vita la lotta alla mafia

Ognuno di noi ha un ricordo di quel giorno. Per un giorno la mia vita si è legata indissolubilmente ai fatti accaduti.

Io ero appena stata dimessa dopo un intervento. Ero a letto perché ancora non stavo bene. In quei giorni il caldo era afoso. Quel pomeriggio inoltrato il sole inondava la camera da letto e io cercavo una posizione per attenuare i forti dolori. La TV era accesa. All’improvviso le trasmissioni furono interrotte da un’edizione speciale del TG. La notizia che fu data, era tragica, come la bomba che aveva devastato quel tratto di autostrada e quelle vite. Fu come se avessero colpito a morte un fratello non un estraneo. Nella stanza con me mia madre e mia zia. Tutte ammutolite e annichilite

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