25 aprile ieri ed oggi

Mia madre quando chiacchierava con le sue amiche non parlava di politica.
Mio padre quando parlava con i suoi amici non parlava di politica.
Mia madre mi raccontava che la cosa che la disturbava di più della sua fanciullezza fascista era dovere andare in divisa di giovane italiana all’ex gil, che era un centro ginnico,  per fare tutte assieme, ragazzi e balilla, le coreografie tipiche di quel periodo.
Mio padre era già arruolato in finanza
Ma la cosa terribile per entrambi fu l’esperienza terribile della guerra. Nascondersi, sfuggire alle bombe, rifugiarsi prima negli scantinati dei palazzi, poi, negli anni più duri, sfollati nelle campagne. La mia famiglia era fortunata, perché i nonni avevano case e terre in un villaggio vicino la città a Massa S. Giorgio.
Mio padre era in guerra con la divisa della finanza,  prima al confine sui laghi, poi sulle motovedette che presidiavano i mari d’Italia.
La Resistenza al sud fu qualcosa di diverso da quella del nord. La linea gotica divideva in due l’Italia.
Entrambi in guerra e nella guerra. Nessuno può essere felice della privazione della libertà.
Il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani. Questo è un punto fermo. Se poi vogliamo guardare il passato solo attraverso i libri di storia siamo tutti contro il fascismo ed il nazismo. E’ innegabile. Ma mio padre che quella guerra l’ha vissuta sulla sua pelle, sui campi di battaglia, mi raccontava che i partigiani sapevano essere anche spietati, uccidevano, razziavano, stupravano, sapevano essere senza pietà al pari dei loro nemici.
I libri di storia sono scritti dai vincitori, quanti racconti parziali e di parte studiamo a scuola a cominciare dal liberatore Garibaldi, dalle sette segrete mazziniane.
Che visione parziale e distorta della storia ci forniscono i libri di storia dove non c’è cenno delle foibe, pagina indegna e schifosa. I libri di storia esaltano e tacciano e ci fanno il lavaggio del cervello. Noi giovani miei contemporanei siamo cresciuti nell’esaltazione della sinistra che ci aveva liberati dal fascismo. Era identificativo avere il baschetto con la stella rossa e inneggiare alla rivoluzione. Quando si è giovani è normale, si resta ammaliati dallo spirito rivoluzionario, si vuole cambiare il mondo.
Nella vita moderna non c’è nulla che faccia più effetto di un luogo comune: riesce a unire fraternamente persone di ogni razza. Il male supremo è la superficialità e ragionare per ideologie e luoghi comuni.
Da giovani si vuole cambiare il mondo poi il mondo cambia noi. Capiamo che non è tutto bianco o tutto nero, le sfumature dei fatti storici sono infinite. Che siamo condizionati nelle scelte.
Vivere il 25 aprile 2020 è stato per me un gran dolore, non solo per l’isolamento a cui siamo costretti nella suprema esigenza della salute pubblica. Ogni motivo è supremo e morale  per la privazione della libertà, e allora di quale libertà parliamo.
Ieri è stato un carosello di luoghi comuni e frasi fatte. Un vomito continuo di odio verso chi non è assimilato al pensiero comune.
Io sono libera e non mi sono mai allineata ai pensieri comuni, a costo di critiche, sono allineata all’idea di libero pensiero e buon senso.
Io sono sempre stata convinta assertrice del pensiero volteriano: “Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente” Invece oggi la storia sta peggiorando. Si è passati da “sbagli perchè non la pensi come me” a ” sei un complottista perchè non la pensi come me”.
Io non ci sto, guardo le idee e non i partiti che non esistono più e dovrebbero o tornare agli antichi nomi o fare un restailing all’inglese.
La realtà e il buon senso mi dicono:
– che le campagne di odio non sono solo dal lato politico che oggi chiamiamo destra. Sono sotto gli occhi di tutti foto e dichiarazioni che non sono proprio del porgi l’altra guancia. Sicuramente ce ne sono anche dalla parte opposta. Allora releghiamo questi soggetti, anche se hanno molti follower e sono uomini di cultura, al rango di facinorosi e prendiamo quello che di buono c’è, se ce ne è.
– non mi piace un papa che è leader di partito e non capo della chiesa.
– non mi piace un capo dello stato che tace di fronte a fatti gravi, non dico del Mes, ma della liberazione di mafiosi al 41 bis, mi sembra, alla luce di paventati ingerenze della mafia nella ricostruzione post covid, di trattativa stato-mafia.  Egli stesso disse del suo ruolo – “Il presidente della Repubblica è come un arbitro. Se le cose filano lisce neanche si nota in campo, ma alla prima irregolarità interviene per regolare il gioco”
E in questa Italia le cose non filano lisce
– Non mi piacciono le immagini del papa e del capo dello stato soli in quelle piazze vuote. Mi sembrano note stonate.
– Non mi piace che si perseguitino runner solitari, sacerdoti nell’atto della consacrazione e si taccia degli assembramenti sotto una bandiera rossa.
– Non mi piace che siamo ancora sotto l’egemonia tedesca dopo che  il 25 aprile del 1945 li abbiamo sconfitti. Nei libri di storia ci dicono che Mussolini abbia sottostato sempre agli ordini di Hitler come un drogato non può fare a meno della dose. Ecco di nuovo per l’Italia la Germania è ridiventata una droga.
– Non mi piace che frotte di pseudo esperti profumante pagate prendano in giro il virologo Giulio Tarro, sia per la sua età che per i suoi tanti meriti scientifici
– Non mi piace che si plauda ai tedeschi che cantano bella ciao per dirci che siamo amici. Quando mai siamo stati amici con i tedeschi e poi quella canzone il popolo italiano l’ha fatta proprio contro di loro.
– Non mi piace che se la pensi diversamente dal pensiero comune sei fascista, nazionalista, nemico da combattere e dileggiare.
– Non sopporto Conte dittatore al’insaputa di tutti, anzi con il bene placido della sinistra.
Io sono nata libera e tale sarò finchè avrò fiato.
“È un Paese così diviso, l’Italia. Così fazioso, così avvelenato dalle sue meschinerie tribali! Si odiano anche all’interno dei partiti, in Italia. Non riescono a stare insieme nemmeno quando hanno lo stesso emblema, lo stesso distintivo. Gelosi, biliosi, vanitosi, piccini, non pensano che ai propri interessi personali” (Oriana Fallaci)

Questo scrivevo nel 2020. Oggi oltre il covid stiamo subendo la gravità di due guerre: quella in Ucraina e quella in Israele. Un rigurgito di antisemitismo si sparge per il mondo, ma questa volta l’odio contro gli ebrei viene dalla sinistra.

Ieri ci chiedevano se eravamo vaccinati. Oggi ci chiedono se siamo antifascisti.

La sinistra, quella che si definisce intellettuale, si arroga l’esclusiva della memoria del 25 aprile che invece è una data cara a tutto il popolo italiano e istiga all’odio e alla divisione.

Non avrei mai pensato che l’antisemitismo sarebbe stato il manifesto della sinistra… anno 2024… ma non era colpa della destra? Sono diventati tutti fascisti? Come si giustifica antisemitismo e sinistra?

E soprattutto, chiunque ha sostenuto il greenpass, chiunque era a favore dell’esclusione dal lavoro, dai mezzi pubblici e dalla vita sociale dei non vaccinati non si può definire antifascista.
Tutto questo è stato quanto di più vicino al nazismo e la sinistra è stata non complice, ma ha promosso ed attuato tutto ciò.

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