Ricordi di una vacanza a Recanati…

Ricordo ancora quella vacanza con visita a Recanati per vedere  “il natìo borgo selvaggio”, dove era vissuto e che aveva ispirato il giovane favoloso.
Nella mia mente, pur a distanza di tanti anni,  ancora vivido il ricordo di quei luoghi.
La strada che portava a Palazzo Leopardi, maestoso e severo nella sua struttura.
Le stanze, all’epoca visitabili, del palazzo.
La biblioteca piena zeppa di libri letti tutti dal giovane Giacomo  negli anni di studio matto e disperatissimo alla luce di una fioca candela.
Da una delle finestre dello studio si potava vedere la casa, dove abitava la mitica Silvia, che era proprio di fronte la magione del  conte Monaldo. Da quella finestra il poeta si era sicuramente affacciato tante volte per potere godere di quella visione sublimata e resa immortale dai suoi versi.
La piazzetta che racchiudeva un mondo, il suo mondo,  dove arrivava la donzelletta col suo fascio dell’erba  recando in mano un mazzolin di rose e di viole, dove su la scala filava la vecchierella, dove i fanciulli in frotta gridavano, dove tornava alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, pensando tra se al dì del suo riposo, dove il legnaiuol,  vegliava nella chiusa bottega alla lucerna per finire il suo lavoro, dove “din”. sulla vetta della torre antica  abitava e cantava il passero solitario. Poi percorrendo un vialetto alberato che costeggiava il palazzo si arrivava al “Colle dell’infinito” ….
….e mentre osservavo quei luoghi, apparentemente muti in quel pomeriggio assolato di luglio,   rivedevo il giovane Giacomo che da quel borgo odiato ed amato traeva ispirazione…
e i suoi  sublimi versi, imparati a memoria mnemonicamente, riecheggiavano e acquistavano vita, mi tornavano alla mente risalendo dal cuore, insieme ad un turbinio di emozioni…
….ed il naufragare mi era dolce in quel mare

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento